Il vento salato
ed il Sole abbagliante
davano vita alle tende
fatte di nuvole
ai tappeti, alle conchiglie appese con lo spago,
alle vecchie fotografie sotto vetro,
alle ante delle finestre,
rugose di salsedine.
Come leccando e carezzando,
si insinuano in ogni fessura
della casa candida,
non un’ombra, né voce, né volto,
non un bambino che giocava strillando,
non un movimento
che fosse forma di vita.
I quadri, gli oggetti appesi ai muri,
i soprammobili, la sabbia rimasta nelle fughe del pavimento
raccontavano tutte le estati passate,
e cene con amici,
giochi di sera,
nanne pomeridiane,
cicale assordanti,
grilli nottambuli,
Lune piene che verniciavano di blu le stanze,
come museo di ricordi,
come passato sonnambulo.
L’Oriente antico di spezie, ambra e damaschi
sussurrava dall’ Oltremare,
l’Oriente nuovo di migranti, odio e preghiere
piangeva di sogni avverati
dalla spiaggia di Levante.
Terra promessa o promesse di polvere?
All’alba, sul treno per Firenze, 19 Novembre 2008
ed il Sole abbagliante
davano vita alle tende
fatte di nuvole
ai tappeti, alle conchiglie appese con lo spago,
alle vecchie fotografie sotto vetro,
alle ante delle finestre,
rugose di salsedine.
Come leccando e carezzando,
si insinuano in ogni fessura
della casa candida,
non un’ombra, né voce, né volto,
non un bambino che giocava strillando,
non un movimento
che fosse forma di vita.
I quadri, gli oggetti appesi ai muri,
i soprammobili, la sabbia rimasta nelle fughe del pavimento
raccontavano tutte le estati passate,
e cene con amici,
giochi di sera,
nanne pomeridiane,
cicale assordanti,
grilli nottambuli,
Lune piene che verniciavano di blu le stanze,
come museo di ricordi,
come passato sonnambulo.
L’Oriente antico di spezie, ambra e damaschi
sussurrava dall’ Oltremare,
l’Oriente nuovo di migranti, odio e preghiere
piangeva di sogni avverati
dalla spiaggia di Levante.
Terra promessa o promesse di polvere?
All’alba, sul treno per Firenze, 19 Novembre 2008
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